CORTE CASTELLETTI
Via Belfiore, 6 –  Cavalcaselle

25 giugno 2015

FIRE SAX QUARTET con A. Fraccaroli e S. Manfrini  

Fire Sax Quartet

Suoni d’arte e di poesia del “900”

Viaggio in un mondo sonoro di particolare originalità, con il suono caldo e avvolgente  dei sassofoni, che dialoga con le percussioni più diverse, dalla batteria alla luminosità brillante del vibrafono, arricchito dalla presenza della voce. Il gruppo propone un repertorio del “900” partendo da Purcell per arrivare a Piazzolla e a compositori contemporanei passando da Gershwin, Bernstein e altri. Il programma è intervallato da poesie, in una serata in cui musica e parola si esaltano vicendevolmente.

Marilinda Berto            (sassofono soprano)

Giampaolo Tomasi      (sassofono contralto)

Davide Bulgarini          (sassofono tenore)

Marco Piazzi                (sassofono baritono)

Alessio Fraccaroli        (vibrafono e percussioni)

Silvia Manfrini             (cantante e voce recitante)

 

 

 

 

VILLA BORGOGNONI-TOMMASI

Piazza della Repubblica, 14 – Sandrà

2 luglio 2015

 

MAURO OTTOLINI E “L’ORCHESTRA DELLA SOCIETA’ SENZA PENSIERI”

Mauro Ottolini Sousaphonix

Il progetto di Ottolini è frutto di un intenso e appassionato lavoro di ricerca e contaminazione tra musica popolare, jazz e brani originali, partito da una fotografia sbiadita dal tempo di un’orchestra realmente esistita e nata in Trentino nel 1921, l’”Orchestra della società senza pensieri”. Si incontrano brani originali cantati in 12 lingue, atmosfere folk, jazz, improvvisazione e musica contemporanea. I Sousaphonix si aprono per questo progetto ai suoni del mondo, utilizzando strumenti di altre tradizioni musicali, conchiglie, sassofoni di bambù, flauti shinobue, le “pietre sonore” di Pinuccio Sciola, gli strumenti artigianali sardi.

 

Mauro Ottolini (trombone, tromba, conductor)

Vanessa Tagliabue Yorke (voce)

Vincenzo Vasi (voce, theremin, strumenti giocattolo)

Dan Kinzelman (sax tenore, flauto, clarinetto basso)

Guido Bombardieri (sax alto, clarinetto)

Flavio D’Avanzo (tromba)

Enrico Terragnoli (chitarre, banjo, podofono)

Roberto De Nittis(organetto, toy piano, fisarmonica)

Danilo Gallo (contrabbasso)

Simone Padovani (percussioni)

Zeno De Rossi (batteria)

 

La storia dell’’Orchestra della società senza pensieri

Immaginate un piccolo borgo e, custodita tra le stradine ciottolose, un’antica fabbrica artigianale di armonium ad aspirazione d’aria. Pianoforti antichi e vecchi organi a pedali si contendono lo spazio tra la polvere di legno e misteriosi arnesi. Ci sorprendiamo a vagabondare tra questi strumenti densi di storia nei locali dello stabilimento Galvan, a Borgo Valsugana, in Trentino Alto Adige.

Una fotografia incorniciata, che nessuno ha notato, ritrae una banda di paese in posa per l’obiettivo di una Rolleiflex. Ci colpisce anche perché in basso, sulla carta baritata stessa, il fotografo ha scritto con mano leggera e sinuosa “Orchestra della società senza pensieri”.

Proprio non possiamo resistere, vogliamo sapere chi sono questi uomini e queste donne riuniti sotto un nome tanto evocativo e tanto originale: così cominciamo a interpellare i vecchi signori del paese, che con un poco di fortuna possano aver incrociato le vite di questi musicisti in posa in una fotografia del 1921. Grazie all’aiuto della famiglia Galvan, facciamo la conoscenza di Umberto Trintinaglia, il nipote dell’uomo che nella fotografia imbraccia il violoncello, Tito Trintinaglia, capostipite di un’importante famiglia di fotografi di Borgo Valsugana dal 1913, ancora oggi profondi cultori di musica.

Alla fine della Prima Guerra Mondiale, Tito Trintinaglia aveva fondato l’Orchestra della società senza pensieri a Primolano, un paesino poco lontano da Borgo Valsugana, al confine con l’Austria. Tito reclutava musicisti da tutte le bande e le orchestre nei paesi  limitrofi per realizzare questo progetto, e pochi di loro avevano avuto la possibilità di studiare musica. Per trovare e comprare il violoncello aveva affrontato un lunghissimo viaggio in treno e aveva fatto una colletta alla quale avevano partecipato i suoi primi affiatati compagni di questa avventura musicale. L’Orchestra della società senza pensieri, girando per le campagne, offriva la propria forza lavoro per arare la terra nei campi, per la vendemmia, la mietitura, in cambio di vitto e alloggio e poi la sera, nel calore dell’accoglienza domestica, suonava per le famiglie dei contadini ospitanti, che si divertivano a danzare, bere il vino e trascorrevano qualche ora in allegria lontano dai pensieri della guerra e della fame. Purtroppo sono rimaste pochissime informazioni su  questa orchestra, ma per noi sono state sufficienti a dare il via a un viaggio di ricerca sulla musica popolare durato circa due anni. Anche la nostra fantasia, correndo per le vie del borgo, ci ha aiutato a immaginare quale sia stata la storia dell’Orchestra della società senza pensieri. Abbiamo immaginato che questa banda, nel suo lungo viaggio, avesse incontrato Duke Ellington e la sua orchestra, la grande cantante egiziana Oum Kalthoum, la voce intensa della diva portoghese Amalia Rodriguez, il grande compositore giapponese Yamada Kosaku, oppure potrebbe essersi spinta fino al cuore della Giungla Blu dell’imperatore Cha Ku per conoscere le misteriose note e i magici effetti della danza tribale chiamata Chubanga. Nella nostra fantasia, l’abbiamo vista sfilare per le vie di Haiti e accompagnare le voci di centinaia di bambini e vagare per le valli, tornando a casa, per poi unirsi alle voci maschili di un coro di montagna. Chissà che non sia stata fonte di interesse per grandi compositori all’avanguardia nella ricerca musicale del Novecento, come Dimitri Shostakovich, o Igor Stravinsky.

E se Luciano Berio e Kathy Berberian si fossero ispirati all’Orchestra della società senza pensieri per comporre le “Folk Songs”, cinquant’anni or sono? In effetti, una leggenda di paese racconta di uno straordinario suonatore di organetto, uno zingaro venuto dal lontano Azerbaijan, che per qualche tempo aveva fatto parte di questo piccolo ensemble.

Noi crediamo che in ogni Paese ci sia un posto in cui le culture e le diverse etnie si incontrano e convivono in perfetta simbiosi. È un posto che può esistere ovunque, ha nomi sempre diversi ma è in ogni luogo lo stesso luogo. Il compito di un artista talvolta non è creare, ma cercare quel luogo per riportarlo alla memoria. Soltanto allora le grandi voci dell’intera umanità potranno confluire in noi e danzare con il nostro spirito nella gioia della ri-creazione. Molti grandi compositori si sono ispirati alla musica popolare per comporre: la musica popolare non nasce soltanto per ballare, contiene la storia di coloro che la cantano e insieme alla storia trasmette la speranza e l’ideale di ogni uomo. Intorno a questa musica danzano folletti e vivono leggende fantastiche, avventure, fiabe, ninne nanne, preghiere e sogni. Noi siamo rimasti affascinati da questa orchestra e abbiamo incominciato a raccoglierne, nella nostra voce, l’eredità spirituale, incontrando chi custodisce qualche prezioso disco o qualche spartito, trascrivendo e riarrangiando questa musica come fosse sempre stata nostra. Ci siamo messi in cammino, abbiamo esplorato i luoghi in cui l’Orchestra suonava, abbiamo incontrato uomini e donne straordinari, depositari di tesori inestimabili della cultura popolare di tutto il mondo. Chissà come sarebbe un’orchestra simile oggi, quali strumenti suonerebbe, quale sarebbe il repertorio musicale. Innanzitutto ci chiediamo: potrebbe esistere ai giorni nostri un’Orchestra della società senza pensieri, visto che a quanto sembra la nostra società di pensieri ne ha fin troppi? E come dovrebbe essere la musica per una società senza pensieri? Noi vorremmo una musica che aiuti ad ascoltare quello che è diverso da noi con un atteggiamento di interesse e curiosità; una musica che ci consenta di comunicare con gli altri quando le parole non bastano; una musica che raccolga dentro di sé tutto il paesaggio sonoro della civiltà in cui viviamo, dai suoni della pietra a quelli del mare. Ci vorrebbe una musica capace di far ballare e cantare tutti i popoli sotto un unico cielo, su uno stesso fazzoletto di terra, ognuno nella propria lingua e al ritmo della propria gente, ma insieme. Fantasia e realtà ancora una volta si abbracciano per dare vita a un’avventura straordinaria in cui non ha più importanza sapere dove finisca l’una e dove cominci l’altra. Siamo tornati indietro di un secolo e abbiamo riscoperto delle cose che altrimenti sarebbero cadute nell’oblio: per noi questa orchestra è diventata la chiave per aprire una porta.

Mauro Ottolini è uno dei musicisti più importanti del nuovo jazz italiano. Lasciata l’orchestra dell’Arena di Verona per inseguire il suo vero amore, il jazz, si è velocemente imposto come leader fantasioso e sorprendente. Alla sua ascesa hanno contribuito la fiducia e la stima che altri grandi musicisti dimostrano per  lui, come  Enrico Rava, Franco D’Andrea, Gianluca Petrella, Francesco Bearzatti, e il grandissimo cantautore Vinicio Capossela. Nato a Bussolengo (VR) nel 1972, si diploma in trombone presso il conservatorio di Verona con il massimo dei voti, nel 2002 si diploma in Jazz al conservatorio di Trento con il maestro Franco D Andrea e studia con il grande trombonista Steve Turre. Suona e incide con Frank Lacy, , Kenny Wheeler, Dave Douglas, Trilok Gurtu, Jan Garbarek, Carla Blay, Steve Swallow, Tony Scott, Han Bennink, Maria Schneider, Gary Valente, Steve Turre, Sean Bergin e molti altri. Collabora anche con alcuni grandi nomi della black music come Grace Jones, Gino Vannelli, Emy Stewart, Joe Bowie (Defunkt). Da anni Ottolini esprime il proprio talento eclettico come compositore e come arrangiatore non solo per i progetti a suo nome, ma anche per importanti formazioni jazz, rock, pop e avant-garde. Ha arrangiato le musiche di Michael Jackson nel disco di Enrico Rava “On the dance Floor” (ECM 2012) e le musiche di Lester Bowie per il gruppo di Enrico Rava Parco della Musica Jazz Lab. Ha curato gli arrangiamenti del sigolo “Sole” per il gruppo Negramaro e di alcuni brani nel disco “Ricreazione” tra cui il singolo “Il tempo non inganna” per Malika Ayane (Sugar 2012). Ottolini è ideatore e leader di molti progetti musicali che si sviluppano in veri e propri lavori concettuali sconfinando in forme d’arte che si intrecciano con la sua musica, come accade in “Bix Factor” (Parco della Musica di Roma 2012 Egea) realizzato con il suo ensamble Sousaphonix, che contiene il romanzo breve “Bix Factor” scritto in collaborazione con Vanessa Tagliabue Yorke. Ottolini ha all’attivo 16 dischi a suo nome più centocinquanta collaborazioni discografiche come sideman. E’ l’ideatore di tre cartoni animati: Working Man Blues (vincitore di numerosi premi), Jarry e Chubanga. Ha collaborato come compositire alla realizzazione del cortometraggio “The Break” a cura del critico musicale Flavio Massarutto con la regia dello straordinario Alberto Fasulo e ha realizzato le musiche del film “Seven Chances” di Buster Keaton per il Torino Jazz Festival. Ha sonorizzato dal vivo, con il gruppo di Enrico Rava,  il cartone animato “Rava Noir” di ALTAN.

Mauro Ottolini è stato più volte votato dalle riviste specializzate come miglior trombonista e miglior arrangiatore italiano. Nel 2012 è stato votato dal referendum TOP JAZZ Migliore Musicista Italiano mentre il gruppo Sousaphonix è considerato dalla critica una delle migliori realtà musicali italiane.

 

PALAZZO COSSALI-SELLA

Via Cossali, 1 – Castelnuovo d/G

9 luglio 2015

                

DEL BARRIO con ELISA RIDOLFI

“Recital Popular”

La musica dell’ensemble italo-argentino Del Barrio mantiene come costante un anima genuina e popolare e vuole dedicare una serata proprio a questa sua “vocazione”. Insieme a Elisa Ridolfi, cantante marchigiana intensa, che ha fatto di Lisbona e del fado un pezzo di sé e alla violoncellista Cecilia Biondini, dà vita a “Recital Popular”,  uno spettacolo raccontato in maniera informale, nella più genuina tradizione popolare. Milonga, fado, valzer, chacarera, musica italiana….. non sono altro che declinazioni diverse degli stessi sentimenti, comuni a tutte le genti e i popoli della terra: la nostalgia, l’allegria, la malinconia o la passione amorosa!

Hilario Baggini      (voce, chitarra, ronroco,charango, quena, moxenio,cajon peruano)

Andres Langer      (voce, pianoforte)

Marco Zanotti       (batteria, cajon peruano, pandeiro, bombo leguero)

Cecilia Biondini    (violoncello)

Elisa Ridolfi           (voce solista)

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Il gruppo DEL BARRIO nasce in Italia nel 2001 dall’incontro tra due musicisti argentini: il polistrumentista Hilario Baggini e il pianista Andres Langer. Il progetto prende il via da una ricerca di un linguaggio personale e creativo, con l’intento di diffondere il folclore argentino, ancora semi-sconosciuto al di fuori dei confini nazionali e rivisitare il tango attraverso le influenze della musica moderna. Da qui, le composizioni originali e i diversi spettacoli che Del Barrio porta in giro da anni assumono i contorni di una world music senza frontiere, con richiami al tango e alla musica andina. Un assodato interplay e una buona dose di improvvisazione di stampo jazzistico tra i musicisti, grazie ad un’intensa attività live e una cura particolare per gli arrangiamenti sono la cifra stilistica della musica della band. Il nucleo essenziale della band è completato dal batterista-percussionista Marco Zanotti, esperto di ritmi sudamericani ed africani.

Ai primi lavori discografici “Viaggio in Argentina” (2005), “Argentino soy” (2008) e “Del Barrio in Compagnia” (2010) fa seguito il disco “El Diablito” (2013), il primo in cui la band si concentra quasi esclusivamente sulle composizioni originali, con ospiti Javier Girotto, Massimo Tagliata, Elisa Ridolfi, Massimo Mercelli, ecc.

Parallelamente, dal 2007 l’interpretazione di un arrangiamento originale dell’opera La Misa Criolla di Ariel Ramirez permette ai Del Barrio di condividere il palco con grandi direttori corali come Josè Luis Ocejo (Spagna), Larry Vote (USA) e Antonio Greco (Italia) in contesti prestigiosi di tutta Europa. Dal 2013 la voce solista della Misa è Antonella Ruggiero mentre il coro è il Costanzo Porta di Cremona.

Altre versioni dei Del Barrio sono lo spettacolo “Pasiòn Argentina”, dedicato al tango e alle danze del folklore sudamericano, “Recital Popular” lo spettacolo in tour 2014 insieme ad Antonella Ruggiero, “Del Barrio Sinfonico” con ensemble d’archi e l’ultimo quello estivo danzante “Makumbero Metalizado” insieme agli ottoni e Carlos Forero (cantante colombiano) ed il percussionista cubano “El Duke” Garcia.

 

VILLA MARTINELLI

Via Solferino, 1 – Castelnuovo del Garda

16 luglio 2015

 

VIALE MAZZINI 

“Omaggio a Mina”

Un imperdibile omaggio a MINA e alle sue meravigliose canzoni, che ripercorre la straordinaria carriera di una delle più grandi voci della storia della musica italiana,  proponendone i più grandi successi, dagli esordi fino ad oggi. I brani della scaletta dei Viale Mazzini, eseguiti nelle tonalità originali, sono interpretati dalla meravigliosa voce di Cinzia Bellini, la cui sensualità e passione espressiva riescono a coinvolgere ed emozionare e la rendono una delle pochissime voci all’altezza di un repertorio così impegnativo.

Viale Mazzini

 

Cinzia Bellini             (voce)

Angelo Polimeno      (chitarre)

Federico Croci          (basso)

Denis Mazzucato      (pianoforte)

Carmelo Contino      (batteria)

 

Un grande “tribute show” che ripercorre la straordinaria carriera di una delle più grandi voci della storia della musica italiana e non solo. Uno spettacolo dall’altissimo contenuto emozionale per riascoltare e ricantare i grandi successi di quella che dal lontano 23 agosto del 1978 (ultimo concerto alla Bussola) è ancora la voce che più manca dal vivo nel panorama musicale italiano.

La band Viale Mazzini nasce dall’incontro di percorsi ed esperienze musicali diverse dalla cui unione prende vita la prima band che, con sonorità contemporanee, ripercorre la strabiliante carriera musicale dell’inimitabile “Tigre di Cremona” proponendone i più grandi successi, dagli esordi fino ad oggi. La grande personalità e fisicità e le notevoli capacità vocali di Cinzia Bellini riscuotono un notevole successo sin dalle prime apparizioni, tra gli appassionati di Mina e non solo, al punto da ricevere l’apprezzamento ed il riconoscimento del fan club ufficiale della cantante cremonese. Le musiche sono impreziosite dagli arrangiamenti di un eccellente “Power Trio”: Angelo Polimeno alla chitarra, Federico Croci al basso e Luca Giolo alla batteria.

Il gruppo si forma all’inizio del 2009 e nel giugno dello stesso anno esordisce dal vivo aggiudicandosi il premio speciale “Microfono d’oro” alla finale del concorso nazionale Band Prix ad AcquiTerme.
A poco più di un anno dal loro esordio, dopo aver portato il loro spattacolo in diversi locali e music club italiani, il 9 ottobre del 2010 varcano per la prima volta i confini nazionali per approdare a Montreal, al Centro Culturale Leonardo Da Vinci presso il Teatro Mirella & Lino Saputo. Questo evento, attraverso la musica di Mina, diventa un vero e proprio omaggio ad un simbolo importante del nostro Paese, ad un italianeità di cui oggi andare fieri.

Il 12 dicembre 2010 i Viale Mazzini partecipano alla registrazione di una puntata speciale interamente dedicata a Mina, del programma Amazing Voice, trasmesso dalla TV di Stato Giapponese “Nippon Housou Kyokai”, che per l’occasione vede, oltre alla loro, la partecipazione di Massimiliano Pani, Vincenzo Mollica, Mauro Balletti, Platinette, Ennio Morricone, Renzo Donzelli degli Happy Boys (prima band di Mina).

Negli ultimi anni i Viale Mazzini hanno creato un progetto molto interessante che sta riscuotendo grande successo. Uno spettacolo interamente dedicato al sodalizio MINA-BATTISTI dal titolo “io e te da soli”. Le canzoni di MINA, le canzoni di BATTISTI ed il famoso duetto riproposto interamente come avvenne nell’aprile del 1972 a Teatro 10. La band si avvale per l’occasione della collaborazione di Paolo Deregibus alla voce e Denis Mazzucato alle tastiere. Uno spettacolo UNICO per qualità artistica e coinvolgimento emotivo!

Dal 2015 vede la luce il nuovo progetto: Viale Mazzini “Back to the future”. Uno spettacolo inedito che vuole essere più di un semplice concerto; una storia fantastica e divertente, liberamente ispirata ad un grande classico del cinema Hollywoodiano che vede la partecipazione di Roberta Cagna e Bruno Romeo (attori torinesi) che, insieme alla band, riporteranno gli spettatori indietro nel tempo fino al 1978, nei giorni delle ultime apparizioni live di Mina.

Dal 2011 i Viale Mazzini sono impegnati inoltre in Tour Teatrali che interessano diversi Teatri del nostro Paese, fra i quali il meraviglioso Teatro San Domenico di Crema, il Teatro Stabile di Mantova, Il Teatro Verdi di Montecatini, il Teatro Novelli di Rimini, il Teatro della Fortuna di Fano ed ancora il Teatro Alfieri di Torino.

Nel Marzo 2015 la band si esibisce nella gloriosa Festsaal del Palazzo Imperiale (Hofburg) di Vienna dividendo il palco con l’Orchestra “Dancing Stars” Austriaca ed altri artisti internazionali per una serata d’eccezione all’interno del Congresso europeo annuale ECR.

I brani della scaletta dei Viale Mazzini, eseguiti nelle tonalità originali, sono eccezionalmente interpretati dalla meravigliosa voce di Cinzia Bellini, la cui sensualità e passione espressiva riescono a coinvolgere ed emozionare e la rendono una delle pochissime voci all’altezza di un repertorio così impegnativo. Lo show è arricchito da video ed immagini che contribuiscono a rendere il clima molto emozionale e coinvolgente, riportando lo spettatore alle atmosfere dei concerti degli anni ’70 e delle numerosissime apparizioni negli show televisivi targati RAI.

 

VILLA TANTINI

Via Goito, 8 – Oliosi

23 luglio 2015

 

BOZEN BRASS 

“Country road”

“Country Road” comprende ogni genere e stile, mescolandoli in modo curioso, divertente e virtuoso, creando suoni insoliti. Dalla musica rinascimentale inglese di John Dowland, al chanson francese, dalla musica classica di Niccolò Paganini, Bedrich Smetana e Wolfgang Amadeus Mozart, ai songs dei Earth Wind and Fire, alle hits di Michael Bublé e Sting, musica da film e da musical, fino alla musica popolare alpina dei Oberkrainer e musica country.

Bozen Brass

 

Robert Neumair               (arrangiamenti, tromba, fisarmonica, percussioni)

Anton Ludwig Wilhalm   (tromba)

Norbert Fink                    (corno)

Martin Psaier                   (trombone)

Anton Pichler                  (bassotuba)

 

I Bozen Brass sono un quintetto di ottoni che non si può classificare secondo le comuni categorie. Si potrebbero definire innanzitutto curiosi, i cinque sudtirolesi, e sempre pronti a sorprendere.

Norbert Fink al corno, Martin Psaier al trombone,  Robert Neumair alla tromba, Toni Pichler alla tuba e Anton Ludwig Wilhalm alla tromba attualmente formano il gruppo di ottoni dal che veniva fondato nel 1989, e da allora sono in cammino, insieme, verso traguardi alti e lontani.
Basilare è la solida formazione musicale che sorregge ognuno dei componenti, acquisita presso le migliori istituzioni musicali in patria e all’estero, accompagnata da un’esperienza esecutiva multiforme, tra orchestre ed ensemble di respiro internazionale. Ulteriori importanti ingredienti sono l’amore per la musica e il puro piacere nel praticarla, che in qualità di insegnanti riescono pure a trasmettere bene ai loro allievi.
Essi offrono agli ascoltatori un arco di proposte musicali davvero ricco, attraverso ogni epoca della storia della musica e passando per ogni stile.

Questa “larghezza di banda” è offerta con naturalezza, anche utilizzando, per ogni epoca, gli strumenti più adatti.

I Bozen Brass non sono una formazione legata ad una precisa e univoca tendenza stilistica. Il repertorio del gruppo spazia dal rinascimento ad oggi, per poter raggiungere un pubblico il più ampio possibile.

Ma con cinque ottoni naturalmente si può andare ben oltre. D’un tratto si passa con facilità dal rinascimento e barocco, attraverso la musica classica, al jazz, musica popolare, pop e rock.
Non mancano, nel repertorio, le musiche più tipiche per ottoni, come la polka con parti anche cantate, oppure l’assolo di Neumair alla Steirische Harmonika.

Molti brani sono stati composti direttamente per i Bozen Brass. A questo riguardo Robert Neumair è molto prolifico.

Musica di alto profilo suonata bene: un buon traguardo, certo, ma ai Bozen Brass non basta.
Un concerto non deve essere soltanto per l’orecchio: anche l’occhio vuole la sua parte, e se poi il pubblico rimane col fiato sospeso, tanto meglio. Ci si muove e si danza, sulla scena, e in coreografie birichine i musicisti cambiano la loro posizione e il loro atteggiamento.

Ma con i Bozen Brass, sul palco compaiono ogni tanto anche gatti o galline, si canta e si corre e si balla…

“Divertimento” non è una parola sconosciuta ai musicisti – lo si comprende anche dai loro discorsi. Ciò che piace è permesso, e l’amicizia regala anche, qualche volta, un motto di spirito o una strizzatina d’occhi.
E quando l’esecuzione non si svolge, come di consueto, in una sala da concerto, ma è qualcosa di straordinario, il ricordo rimane a lungo nella mente degli esecutori.

www.bozenbrass.com